Nell'amore verso Dio e i fratelli trovano compimento la legge e i profeti, la storia della salvezza, il cammino d'Israele alla ricerca della sua liberazione e del suo Dio. In queste due direzioni raggiunge piena realizzazione anche la nostra vita, che è anch'essa storia di salvezza, parabola di chi cerca se stesso e la sua strada, e pure il nome e il volto di Dio.
Le tredici epistole attribuite a san Paolo si distinguono in lettere maggiori, lettere della prigionia e lettere pastorali. Tra le maggiori, la seconda ai Corinzi è la più sofferta e personale. Il testo sembra essere una compilazione di più lettere e biglietti, piuttosto che uno scritto unitario, anche se non privo di una sopraffina organizzazione retorica. L'apostolo scrive perché sollecitato da informazioni riguardanti calunnie nei suoi confronti diffuse da imprecisati avversari. Dietro lo screditamento personale di Paolo si nasconde però un attacco frontale alla sua missione verso le genti. Di fronte al pericolo che a Corinto si possa decadere dalla purezza del Vangelo verso aspetti maggiormente legati alle forme e non più alla sostanza, con grande maestria Paolo riesce a controbattere agli avversari regalandoci pagine meravigliose in cui parla di sé, della sua mistica della debolezza, in una serie di passaggi di tale altezza da rendere a buon diritto la Seconda lettera ai Corinzi la magna charta del ministero apostolico.
Scomparso a 99 anni, Luigi Bettazzi ne avrebbe compiuti 100 il 26 novembre. EDB lo ricorda pubblicando la sua ultima fatica: «Da tempo mi colpisce il discorso su Dio. E non solo quello tradizionale, trasmessomi dal catechismo e dalla teologia, ma quello in uso oggi, iniziato con "la morte di Dio" e continuato andando "oltre Dio"». Con queste riflessioni il vescovo emerito di Ivrea ha anticipato il suo incontro con la Persona che da sempre lo ha cercato e accompagnato rendendosi presente nella sua preghiera e nel suo impegno cristiano e umano.
P. Schillebeeckx compie novant'anni. Francesco Strazzari, che una decina di anni fa aveva già permesso al pubblico italiano d'incontrarlo nel libro-intervista Sono un teologo felice, torna a fargli visita nella sua stanza di Ber en Dal, dove, pur nella fatica dell'età e della malattia, egli prosegue operoso i suoi studi: "Non so se farò in tempo a finire il libro sui sacramenti... I sacramenti sono la festa di Dio e dell'uomo, e il loro fascino è un canto che sempre si espande". Ne scaturiscono appassionate confessioni di un uomo che ha fatto della sua vita una continua ricerca di Dio: "Alla mia età, dopo una lunga e laboriosa ricerca, che non è ancora terminata, vorrei dire sommessamente che la bontà di Dio ha l'ultima parola nella nostra vita, la quale è di fatto un miscuglio di senso e non senso, di salvezza e non salvezza, di disperazione e speranza". Il suo amore per la Chiesa, che mai pensò di lasciare, e le sue preoccupazioni per le sorti dell'umanità, spesso lontana da Dio, vedono la missione della prima strettamente legata alle vicende della seconda: "La Chiesa deve entrare nel mondo, non per conformarsi - guai! -, ma per essere profetica e critica... Cosa dire a coloro che hanno lasciato la Chiesa? Sono purtroppo tanti. Il loro esodo provocherà forse una specie di purificazione e porterà la Chiesa a riflettere, a proporre l'essenziale, a parlare più di Dio che di se stessa, a sentirsi più viandante che trionfante".
Le comunità cristiane, in nome della loro comprensione della fede, possono suggerire cambiamenti alla dottrina cattolica ufficiale su questioni non insegnate in modo definitivo dal magistero? I pastori, da parte loro, possono decidere di accogliere tali richieste? Come interpretare sul piano teologico la legittimità di possibili evoluzioni dottrinali che hanno tratti di discontinuità? Questo volume nasce da una domanda di natura specialistica che ha enormi ricadute sul piano pastorale. Si tratta della questione dello sviluppo della dottrina della fede, cioè di quelle verità che la Chiesa cattolica e le altre Chiese insegnano ai loro membri come parte integrante dell’esperienza cristiana. Da un lato – sostiene l’autore – è del tutto legittima la possibilità di uno sviluppo anche relativamente discontinuo della dottrina della fede, ovviamente per le sole verità che non sono state insegnate in modo definitivo dal magistero. Dall'altro, non è possibile motivare adeguatamente tale possibilità se non ripensando complessivamente le categorie concettuali, cioè filosofiche, su cui si è costruita la teologia cristiana a partire dall'antichità. Più precisamente, si tratta di utilizzare una nuova metafisica, nella quale il cambiamento non sia un fatto accidentale o problematico, quanto piuttosto la ragion d'essere della realtà.
La preghiera corale dei fedeli spesso ripete stereotipi inautentici o si trasforma in un elenco di necessità. Forte di un'esperienza parrocchiale di quarant'anni, l'autore suggerisce come rivitalizzare, ogni giorno, questo momento fondamentale della liturgia. Le preghiere qui raccolte non sono generiche e intercambiabili: utilizzano il messaggio della Scrittura appena proclamata, diventando così una guida alla meditazione e un mezzo di catechesi. L'ultima invocazione è sempre dedicata ai defunti.
Libro agile che offre a credenti e non credenti una riflessione profonda a partire dalle principali domande che nascono dalla forza del desiderio e che aprono al mistero di Dio. La base di partenza è il Vangelo di Giovanni, un testo privilegiato per andare alla ricerca di Gesù e in cui trova anche eco quella domanda che da sempre Dio rivolge a ognuno di noi: «Adamo, dove sei?» (Gen 3,9).
Una straordinaria rassegna di ritratti che Benedetto XVI ha dedicato a donne sante e beate vissute nel Medioevo, restituendo la luce al ruolo considerevole che esse ebbero nella edificazione del corpo della Chiesa nella storia: Ildegarda di Bingen, Chiara d'Assisi, Angela da Foligno, Giovanna d'Arco ed Elisabetta d'Ungheria sono solo alcune delle figure femminili che spiccano per la santità della vita e la ricchezza dell'insegnamento. Prefazione di André Vauchez.
Descrizione dell'opera
«A me piace pensare che l’Onnipotente ha una cattiva memoria. Una volta che ti perdona, si dimentica. Perché è felice di perdonare».
In questa intervista rilasciata a Stefania Falasca, che affronta i temi della misericordia e dell’ecumenismo alla luce del Vaticano II e del Vangelo, le parole di papa Francesco sono uno spiraglio che lascia trasparire il suo sguardo su una Chiesa che è «a metà» del percorso scaturito dal concilio.
In questo contesto, dottrina e carità, teologia e preghiera non vanno contrapposte. È inoltre necessario rifuggire la tentazione dell’autoreferenzialità e i rigorismi che nascono «dal voler nascondere dentro un’armatura la propria triste insoddisfazione», come accade ai personaggi del film Il pranzo di Babette.
È sempre arduo parlare di Dio. Ancora di più lo è nelle Scritture. Soprattutto se questo parlare riguarda ciò che Dio ha rivelato di sé: il suo essere Trinità. Il tema si snoda nell'Antico Testamento, attraverso le categorie di Parola, Sapienza e Spirito, e trova la sua realizzazione nel Nuovo, tramite i Vangeli e la teologia di san Paolo. È un piccolo squarcio sul mistero fondamentale della vita cristiana, un aiuto a intraprendere l'avventura di avvicinarsi a Dio. Nella consapevolezza che grande è lo spazio in cui si può indagare e tentare di comprendere qualcosa del mistero trinitario, ma ancor più grande è lo spazio nel quale la Trinità si può solo contemplare.
«La nonna di Cappuccetto Rosso forse oggi presiede il consiglio di amministrazione di una multinazionale. Oppure ha deciso di trasferirsi a vivere in una zona residenziale meno pericolosa della casetta in mezzo al bosco». Oggi la terza età ha in effetti mutato le proprie caratteristiche e già si parla di quarta età, distinta dalla precedente per un diverso grado d'indipendenza e di autonomia delle persone.
Si dice che si comincia a invecchiare quando si comincia a guardare indietro. Il cristiano sa di poter continuare a guardare avanti, perché il fulcro della sua vita è oggetto di speranza.
Redatto secondo lo schema vedere-giudicare-agire, il testo disegna, nella prima parte, gli orizzonti della vecchiaia nella società contemporanea. Prosegue poi raccogliendo i passi fondamentali sulla vecchiaia presenti nella rivelazione biblica e nel magistero recente della Chiesa. Torna quindi a volgere lo sguardo verso la realtà per collaborare ad aprire a Dio e ai fratelli il cuore che vive la sua terza o quarta età. Una ulteriore parte è dedicata alla confessione di fede nel Dio di Israele e Gesù: essa tenta di chiarire il senso della vecchiaia cristiana.
JOSÉ-ROMÁN FLECHA ANDRÉS, sacerdote della diocesi di León, in Spagna, è professore emerito di teologia morale alla Pontificia Università di Salamanca; ha pubblicato nel settore di sua competenza diversi manuali di studio nonché riflessioni bibliche e pastorali, tra cui Cercatori di Dio, figure bibliche. Dal 1995 vive nella residenza per anziani delle Piccole sorelle dei poveri di Salamanca.